Il processo collaborativo per separazione e divorzio

gepubliceerd door: Fabrizia de Wit-Facchetti geplaatst op 22 augustus 2022 leestijd

Il processo collaborativo è un modo di separarsi con rispetto e in modo razionale.

Si basa su principi che invertono la logica del Cliente: da quella antagonista ad una logica collaborativa.

Il processo è centrato sui Clienti e guidato dai Clienti, richiedendo ad essi e ai loro avvocati di compiere un significativo mutamento di pensiero e di approccio (professionale, per gli avvocati).

Un punto determinante della pratica collaborativa è l’impegno ad uno scambio aperto di informazioni, anche rilevanti, senza coinvolgere i figli nei problemi dei genitori.

Nella pratica collaborativa l’interazione tra le parti è fondamentale e vengono coinvolte, oltre agli avvocati, altre figure professionali: psicologi e terapeuti di coppia e/o esperti finanziari.

Al centro della questione viene posto il benessere dei figli, l’impegno dei genitori a collaborare tra loro, a non denigrare mai l’ex compagno e a richiedere, se necessario, l’aiuto di uno specialista del bambino o di un facilitatore di relazioni familiari.

Si tratta di un modo di separarsi che tiene presente gli interessi di tutte le parti coinvolte.

L’avvocato Fabrizia de Wit-Facchetti, membro del VvCP e avvocato consulente in divorzi, viene regolarmente contattata da expats che le chiedono se può aiutarli durante il divorzio. Ma cosa c’è di così diverso nel divorzio conciliativo tra partner che vivono e provengono dai Paesi Bassi e gli espatriati? Fabrizia spiega.

“La differenza più grande è che non si ha a che fare (solo) con il diritto olandese, ma con il diritto internazionale e con il diritto del Paese di provenienza dell’espatriato. Io stessa sono italiana, quindi vengo spesso contattata da coppie italiane che vivono nei Paesi Bassi. Ma in passato ho potuto aiutare anche coppie americane, canadesi, inglesi, francesi, spagnole e tedesche, per citarne alcune. Per le coppie americane, la legge è diversa in ogni Stato, quindi bisogna tenerne conto.

Per restare vicino alle mie radici, in questo caso farò un esempio italiano.

Una coppia italiana viene a vivere nei Paesi Bassi come expats. Hanno figli insieme nei Paesi Bassi. La coppia (o uno dei coniugi) ha la nazionalità italiana. I coniugi decidono di divorziare e, di conseguenza, devono versare gli alimenti e raggiungere una accordo sulla parte patrimoniale. Secondo la legge olandese, il mantenimento del coniuge è dovuto in linea di principio (con alcune eccezioni) per un massimo di cinque anni, mentre la legge italiana prevede che l’ex coniuge abbia diritto agli alimenti a vita. In Italia, invece, non esiste il diritto alla perequazione delle pensioni. Le pensioni sono considerate un reddito e sono incluse nel calcolo degli alimenti. Se la legge italiana si applica al diritto patrimoniale, la legge olandese sulla perequazione delle pensioni, in linea di principio, non si applica. Ciò significa che l’ex partner di un partner che lavora nei Paesi Bassi riceve un numero limitato di anni di alimenti e nessuna pensione. Si tratta di un risultato irragionevole dovuto all’applicazione di due sistemi giuridici diversi sulle questioni da risolvere nel divorzio.

Poiché gli espatriati vivono nei Paesi Bassi, in linea di principio si applica la legge olandese per il divorzio e il mantenimento del coniuge, ma se uno dei due decide di tornare in Italia, le regole sul mantenimento potrebbero cambiare. Se durante il divorzio non sono stati concordati cambiamenti, entrambe le parti possono rivolgersi nuovamente a un giudice italiano. E questo, ovviamente, non è ciò che si vuole.

Un altro esempio, gli expats che lavorano per un’organizzazione internazionale non pagano le tasse nei Paesi Bassi, il che significa che vengono sempre utilizzati gli importi netti per i calcolo degli alimenti, mentre l’ex-coniuge che li riceve deve pagare le tasse sullo steso importo. Per garantire che vengano utilizzate delle costruzioni intelligenti consentite dalla legge, che aiutino entrambi i coniugi, è consigliabile gestire il divorzio attraverso avvocati collaborativi con un esperto finanziario collaborativo, poiché il giudice non può pensare o decidere su queste costruzioni. Si cercano soluzioni che siano specifiche per la coppia in questione e che creino una situazione vantaggiosa per tutti.

Per non parlare di regali, eredità e pensioni. Anche questi possono riservare sorprese a volte sgradevoli.

Questi sono solo alcuni esempi, ma naturalmente variano a seconda della situazione e della nazionalità. Ormai ho esperienza con il sistema giuridico italiano e di altri paesi stranieri, ma ho anche costruito una vasta rete di professionisti del divorzio collaborativo a cui posso rivolgermi e con cui posso collaborare. Questo vale non solo per l’Italia, ma per molti altri Paesi del mondo. Inoltre, durante il divorzio collaborativo entrambi i partner hanno il proprio avvocato divorzista collaborativo, quindi c’è sempre collaborazione e gli interessi di entrambe le parti sono protetti in modo ottimale”.

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